mercoledì 17 gennaio 2018

Recensione: "Negli occhi di chi guarda" di Marco Malvaldi

Buon pomeriggio.
Vi avevo già anticipato che questo sarebbe stato un mese un po' Malvaldiano. Così, eccomi qua con la prima recensione dell'anno (ma non si tratta del primo libro letto, eh!). Poi giuro che cambierò percorso e relegherò Malvaldi sullo scaffale della mia libreria. O, almeno, fino alla prossima uscita della serie del BarLume (in Primavera!).
Ho appena terminato Negli occhi di chi guarda e le sensazioni sono tante. Un po' anche di delusione.
Succede, a volte, quando ti aspetti tanto da un grandissimo scrittore che ammiri da sempre.
Con questo non voglio assolutamente dire che il romanzo non sia piacevole, ma manca un po' del suo solito "pepe"!

TITOLO: Negli occhi di chi guarda
AUTORE: Marco Malvaldi
EDITORE: Sellerio
ANNO: 2017
PREZZO: 14€ (cartaceo); 9,99€ (eBook)
PAGINE: 274

TRAMAIn un posto isolato e bellissimo della Maremma toscana, un'enorme tenuta tra le colline e il mare, si ritrova una compagnia di persone diverse tra di loro. È un appuntamento del destino, anche se non lo sanno. Si sta decidendo se vendere o no, a un gruppo finanziario cinese, la proprietà dove dimorano. E per ciascuno di loro, Poggio alle Ghiande è qualcosa di più che un semplice grande podere. I due proprietari, i gemelli Zeno e Alfredo Cavalcanti, sono divisi, pur senza aperta discordia; l'uno è un sofisticato collezionista d'arte che si è ritirato da decenni nella sua tenuta, l'altro è un broker di mondo i cui affari non vanno sempre a gonfie vele. La questione tocca in misura diversa i vari residenti che affittano i pochi alloggi nella tenuta. Quelli che invece sono ferocemente attaccati alla terra sono due famigli: il vecchio Raimondo, una specie di fattore misantropo che è stato lunghi anni in manicomio; e Piotr, un inquietante polacco fanatico religioso che fa il cameriere. Sono ospiti della villa anche Margherita, bella filologa chiamata a ordinare la collezione di Zeno, e Piergiorgio Pazzi, un genetista. Quest'ultimo incaricato di fare da esecutore di una singolarissima scommessa dalla quale dipenderà se vendere o meno. Una notte, un incendio improvviso divora il bosco di Poggio alle Ghiande e dentro il cerchio delle fiamme si ritrova il cadavere di Raimondo. E mentre sul vecchio fattore e su una certa opera di Ligabue scomparsa cominciano a circolare dicerie, un secondo omicidio toglie ogni dubbio sulla presenza di un assassino. Il mistero di quelle morti sta negli occhi di chi guarda.


Archiviati per una meritata pausa i Bimbi del BarLume, Malvaldi propone un nuovo giallo che vede come protagonisti la filologa Margherita e il genetista Piergiorgio, già conosciuti in Milioni di Milioni.
Ma non saranno gli unici. Nella tenuta di Poggio alle Ghiande, luogo in cui si svolge la storia, incontriamo una schiera di personaggi particolari, tra i quali i gemelli Alfredo e Zeno Cavalcanti, proprietari di questo paradiso immerso nelle colline toscane capace di specchiarsi, al contempo, sul mare. Paradiso che una holding immobiliare cinese vuole acquistare per dar vita a un lussuoso resort. Qualcuno non vede l'ora di vendere (e acquistare) la proprietà. Qualcun altro (parecchi, in realtà), no. E Malvaldi, nel breve prologo in cui presenta i protagonisti di questa storia, ci spiega a modo suo le ragioni dei due "schieramenti", che verranno approfondite nel corso della lettura. Con esiti, ovviamente, nefasti dal momento che, come in ogni giallo che si rispetti ci scapperà il morto. Anzi, facciamo anche due.

Il mistero di quelle morti sta negli occhi di chi guarda.

La trama, prevedibile sin dall'inizio e dal ritmo un po' lento, è appesantita da innumerevoli (e a volte complicate) digressioni sulla chimica tanto amata dall'autore, l'arte, la musica e la biologia. Questi interventi contribuiscono, a volte, ad aggiungere un tassello al rompicapo da risolvere; spesso, tuttavia, hanno soltanto la funzione di arricchire una storia che gira continuamente intorno a se stessa.
Persino le descrizioni risultano un po' ripetitive e si focalizzano spesso sugli occhi (soprattutto quelli, verdi, di Margherita), strumento che si rivelerà, in generale, prezioso per svelare il mistero.
Negli occhi di chi guarda sembra più un esercizio di stile attraverso il quale l'autore sfoggia giochi di parole, metafore e tanta ironia.

Il vero fulcro della storia non è l'omicidio da risolvere, ma la caratterizzazione dei personaggi, dallo stile un po' rétro ma ben descritti, con i loro pregi e difetti, vizi e virtù. Non caricature, ma uno specchio realistico della società odierna. E, su questo, il nostro scrittore pisano è una garanzia.
Il giallo è un po' ingenuo, cosa che non ti aspetti da un autore come Malvaldi. Scorre limpidamente solo se non ci si sofferma troppo a pensare e a porsi (inutili?) dubbi. Che, nel mio caso, ancora persistono perché non pienamente sviluppati.

Nel complesso è una lettura piacevole, insolita ma senza troppe pretese. Un po' sottotono e distante dallo stile frizzante del solito Malvaldi. Un solo colpo di scena finale non basta a rendere indimenticabile questo libro.





6 commenti:

  1. Ciao! Anche se ti sento un pochino delusa credo che anche io leggerò presto questo romanzo. Speriamo che Malvaldi torni a "farci sognare" come una volta :-)

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  2. Ammetto di non aver mai letto nulla di suo ma chissà forse in futuro... magari non comincio da questo ah ah

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