giovedì 29 marzo 2018

Recensione: "Non è la fine del mondo" di Alessia Gazzola

Buon pomeriggio!
Le giornate si allungano, il sole splende e la bella stagione sembra alle porte! Il tempo perfetto per una lettura leggera, con una copertina molto primaverile.
Eccomi, quindi, dopo tanto tempo, con una recensione. Avevo tanto sentito parlare di Alessia Gazzola ma, attualmente, non ho il tempo necessario per imbarcarmi in una serie. Così, scartata provvisoriamente L'Allieva, ho deciso di ripiegare su un libro autoconclusivo.
E la scelta è, inevitabilmente, caduta su Non è la fine del mondo, favola moderna non troppo impegnativa ma interessante per imparare ad entrare nello stile della Gazzola!

TITOLO: Non è la fine del mondo
AUTORE: Alessia Gazzola
EDITORE: Feltrinelli
ANNO: 2016
PREZZO: 15€ (cartaceo); 6,99€ (eBook)
PAGINE: 219

TRAMA: Emma De Tessent. Eterna stagista, trentenne, carina, di buona famiglia, brillante negli studi, salda nei valori (quasi sempre). Residenza: Roma. Per il momento - ma solo per il momento - insieme alla madre. Sogni proibiti: il villino con il glicine dove si rifugia quando si sente giù. Un uomo che probabilmente esiste solo nei romanzi regency di cui va matta. Un contratto a tempo indeterminato. A salvarla dallo stereotipo dell'odierna zitella, solo l'allergia ai gatti. Il giorno in cui la società di produzione cinematografica per cui lavora non le rinnova il contratto, Emma si sente davvero come una delle eroine romantiche dei suoi romanzi: sola, a lottare contro la sorte avversa e la fine del mondo. Avvilita e depressa, dopo una serie di colloqui di lavoro fallimentari trova rifugio in un negozio di vestiti per bambini, dove viene presa come assistente. E così tutto cambia. Ma proprio quando si convince che la tempesta si sia finalmente allontanata, il passato torna a bussare alla sua porta: il mondo del cinema rivuole lei, la tenace stagista. Deve tornare a inseguire il suo sogno oppure restare dov'è? E perché il famoso scrittore che Emma aveva a lungo cercato di convincere a cederle i diritti di trasposizione cinematografica del suo romanzo si è infine deciso a farlo? E cosa vuole da lei quell'affascinante produttore che continua a ronzare intorno al negozio dove lavora?


Emma De Tessent è una tenace stagista sfruttata e sottopagata, dal curriculum accademico perfetto, carina e prossima ai trent'anni. Sogna un villino con i glicini e un contratto a tempo indeterminato presso la Fairmont, la compagnia di produzione cinematografica, per la quale lavora. Ma, contro ogni previsione, l'azienda decide di non assumerla preferendole la raccomandata collega Maria Giulia. E la casa di cui è tanto innamorata viene affittata da una coppia che decide di trasformarla  in uno scadente ristorante.

Ed è proprio in questo momento che sento il tuono della fine del mondo. Adesso sì, posso dirlo senza temere di esagerare, perché quando perdiamo i nostri sogni è mille volte peggio di quando perdiamo qualcosa di reale. E' quello il momento in cui non ci resta più niente.

Comincia, così, per Emma un periodo di impasse, alla ricerca di un nuovo lavoro e anche un po' di se stessa. Fra i tanti curriculum inviati, un colloquio alla Waldau, ottenuto grazie a qualche telefonata della madre, turberà la tenace stagista. Il Produttore, così come Emma è solita apostrofare Pietro Scalzi, è, infatti, un uomo tanto affascinante quanto diretto e idealista. E l'incontro-scontro avviene senza mezzi termini: Scalzi, visto il curriculum di Emma, è deluso dall'insistente raccomandazione. Emma capisce di non essere, poi, così diversa dalla collega Maria Giulia e, ferita, lascia la sede della "casa di produzione dall'assetto radical-chic". Ma, svoltato l'angolo, si imbatte nel piccolo negozio di vestiti per bambini cuciti a mano dalla proprietaria, la signora Vittoria, che sta cercando un'aiutante. Ed Emma, spinta da un impulso più forte della mancata esperienza sartoriale, si tuffa in quel mondo quasi magico, inconsapevole del fatto che sarà il punto di svolta della sua vita.

Non è facile entrare in empatia con la protagonista, la quale spesso riserva un atteggiamento di superiorità nei confronti degli altri, smorzato, talvolta, dall'autoironia e dal sarcasmo. Emma sembra sempre pronta a giudicare i difetti e, soprattutto, i comportamenti altrui salvo, poi, ricadervi lei stessa e uscirne mortificata e ferita. Non rinuncia mai (per fortuna!) ai suoi sogni, sa quello che vuole e non esita davanti ad alcun ostacolo pur di ottenerlo. Ma la sua forza e il suo orgoglio, spesso, chinano la testa davanti agli uomini che ama (o ha amato).
Speravo fosse una storia di rivincita tutta al femminile, ma così non è stato (anzi!).
L'unico elemento degno di vera nota è il personaggio dello strampalato scrittore nippo-milanese Tameyoshi Tessai, dall'animo nobile e puro, che dispensa vere e proprie perle di saggezza.

Non è la fine del mondo è una favola moderna, dallo stile veloce e scorrevole, ma ridondante di perifrasi e a tratti ampolloso, in contrasto con il contenuto del romanzo. Sembra quasi una sorta di esperimento, come se la Gazzola avesse voluto mettersi alla prova al di fuori della fortunata serie su Alice Allevi.
La trama scivola via in modo inconsistente verso un finale deludente e frettoloso, confuso e solitario, un po' come la sua protagonista.




2 commenti:

  1. Di questa autrice non ho mai letto nulla anche se la vedo un pò ovunque, prima o poi devo darle una possibilità

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    1. Anch'io. Credo proprio che le concederò una seconda possibilità! ;)

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