martedì 19 dicembre 2017

Recensione: "Natale sotto la neve" di Karen Swan

Buongiorno, lettori!
Natale si avvicina e, per calarmi nell'atmosfera, ho deciso di leggere un libro a tema.
Sfogliando tra le nuove uscite, nessun libro in particolare è riuscito ad attirare la mia attenzione. Poi mi sono ricordata di un romanzo che avevo acquistato un anno fa e che giaceva ancora nei meandri del mio povero eReader.
Incuriosita dal romance intrecciato a un mistero da scoprire, ho iniziato questa lettura che ho divorato in tre giorni, ma non mi ha pienamente convinta.
Venite a scoprire perché!

TITOLO: Natale sotto la neve
AUTORE: Karen Swan
EDITORE: Newton Compton
ANNO: 2015
PREZZO: 2,99€ (eBook); 9,90€ (copertina rigida)
PAGINE: 384

TRAMA: La neve cade copiosa su Londra e il Natale è alle porte, eppure Allegra Fisher quasi non se ne accorge: sta cercando di chiudere il più grande affare della sua vita e non può permettersi alcun tipo di distrazione. Sul volo per Zurigo, dove ha in programma un importante appuntamento d’affari, incontra Sam Kemp, un affascinante sconosciuto, ma nemmeno allora perde di vista il suo obiettivo primario: concludere un accordo da centinaia di migliaia di sterline. Quando però se lo ritrova davanti come concorrente all’incontro di lavoro, la faccenda si complica notevolmente… Allegra, tuttavia, è abituata a nascondere le emozioni, e solo sua sorella Isobel sa il perché: c’è un oscuro segreto nel suo passato… E nella splendida cornice di Zermatt, sulle Alpi svizzere, le due sorelle saranno improvvisamente costrette a fare i conti con i misteri custoditi dalla loro famiglia e rimasti sepolti sotto la neve per molti anni.



Ammetto di aver un po' faticato ad andare oltre i primi capitoli di questo romanzo, noiosi e pieni di dettagliate nozioni di economia e alta finanza (che, probabilmente, tentano di innalzare il livello del romance) e che hanno la funzione di inquadrare la protagonista, Allegra Fisher, nel suo elemento naturale: il luogo di lavoro.

La trama "romance" è piuttosto banale e ricca di stereotipi letti più volte in moltissimi altri libri dello stesso genere.
Sul volo per Zurigo, dove si sta recando per un importante incontro d'affari, Allegra incontra Sam ed è subito amore a prima vista, che la protagonista cerca di evitare perché, come scopriremo in seguito, non si fida più degli uomini. Inoltre, l'affascinante co-protagonista sembra essere in lizza per lo stesso affare del quale si sta occupando da mesi Allegra. E questo complicherà, ovviamente, le cose.

Allegra ci viene presentata come una donna forte, sicura di sé, ambiziosa, determinata, che non ha tempo da perdere. E, ovviamente, non ama particolarmente il Natale (classico cliché dei romanzi a tema). Vive per il suo lavoro ed è, inizialmente, mostrata come la migliore della sua azienda, capace di farsi strada con il suo genio in un mondo dominato da molti (troppi) uomini. Poi, la svolta che mi ha lasciata perplessa: quando Sam Kemp si inserisce nel team, la sua reputazione sembra crollare drasticamente. All'improvviso tutto ciò di cui si è sempre occupata sembra frutto di un'intuizione sbagliata. Tutti cominciano a vederla solo in qualità di donna quando anche lei decide di ammorbidirsi un po' e di lasciare spazio anche alla sua femminilità, come se questo possa essere in contrasto con la sua personalità o le sue capacità . Ma sarà lo spunto per l'inevitabile. Assisteremo, infatti, all'apoteosi della discriminazione per una donna (ma questo aspetto è, purtroppo, realistico).
Da questo punto del libro in poi, Allegra sembra diventare un'altra persona: più solare, partecipe, maggiormente dedita alla famiglia e alla sorella che adora (sensazione che non traspariva dai primi capitoli).

Sam sembra incarnare l'uomo perfetto: bellissimo, fisico atletico, occhi azzurri, capelli biondi, protettivo, canadese. Un eroe a tutti gli effetti. Ma a un attento occhio critico non può passare inosservato un suo gesto, ripetuto due volte: quello di afferrare violentemente Allegra per il polso. Il che denota quella parte di lui che, probabilmente, l'autrice avrà voluto evidenziare come qualità di un temperamento passionale, ma che suona a tutti gli effetti come un atto "da cavernicolo" e da evitare.
La sorella di Allegra, Isobel, viene descritta come una bambina in cerca di continue attenzioni e dalle azioni spesso fuori luogo o sconsiderate per poi trasformarsi in un'efficiente e iperprotettiva madre con il suo piccolo. La caratterizzazione di suo marito Lloyd non è ben definita (tant'è che credevo fosse "di passaggio"): si adatta alle esigenze della trama.
Sorvolo su Massi perché è il personaggio più stereotipato del libro.
Ho apprezzato, invece, molto la figura dell'infermiere Barry: un vero angelo custode delicato e pieno di passione per il suo lavoro, che getta luce su una terribile malattia alla quale molti, ancora oggi, non sanno approcciarsi: l'Alzheimer.

Mi ha incuriosito il mistero celato dietro la famiglia di Allegra, che si collega al breve prologo nel quale assistiamo alla morte di una giovane donna travolta da una valanga nel lontano 1951.
Per questo motivo Allegra e Isobel si ritroveranno a Zermatt, località di montagna della Svizzera dove scopriranno un antico segreto che riguarda la loro lunga discendenza di madri.
Ma il cliché è dietro l'angolo. E a Zermatt soggiornerà anche Sam che sembra aver preso le redini dell'affare inizialmente condotto da Allegra.

Insomma, nonostante qualche difetto, la trama risulta, nel complesso, piacevole, ma un po' deludente.
Il vero problema del libro consiste nello stile dell'autrice ricco di descrizioni inutili e troppo dettagliate, ripetizioni al limite dell'ossessione (ho capito che all'autrice piace il blu navy, ma non può vestire tutti i protagonisti con questo colore...esistono moltissime altre sfumature! Per non parlare della fissazione con lo spazio vezzoso tra gli incisivi della protagonista...), traduzioni discutibili (vogliamo parlare del verbo "smollicare"?) e refusi. Inoltre, a volte alcuni passaggi-chiave non sono riportati in modo chiaro, così come alcune spiegazioni risultano un po' raffazzonate.
Sono tanti i temi sfiorati dall'autrice (la discriminazione femminile sul lavoro, l'omosessualità, la malattia di Alzheimer), ma non approfonditi in modo soddisfacente.
Consiglio questo libro a veri appassionati del genere o a chi necessita di una lettura non troppo impegnativa, senza porsi troppi perché.

(dal momento che il Natale è alle porte e siamo tutti più buoni!)


4 commenti:

  1. Ciao Piera, della Swan ho letto il suo primo romanzo: nel complesso non mi era dispiaciuto, ma non mi ha nemmeno entusiasmato troppo, in certe parti era troppo prolissa...

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    1. Ciao cara, hai ragione, posso capire. Invece ho scoperto di aver letto in passato un altro suo libro, "Natale a Notting Hill": anche quello nel complesso piacevole, ma niente di più! ;)

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  2. Ciao! Di Karen Swan ho letto "Un diamante da Tiffany" e mi è piaciuto, anche se l'ho trovato un po' lungo e troppo pieno di (inutili) dettagli...

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    1. Ciao Silvia! Non l'ho mai letto...ma, a quanto pare, dai vari commenti in giro e da alcuni suoi libri già letti, ho capito quanto la Swan abbia una predilezione per i dettagli inutili! ;)

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